Attica Blues (ROR) – 04.05.2009

Attica Blues
Oltre la black music: l’arte, le lotte, la storia e l’eredità culturale della schiavitù e della diaspora nera nel mondo.
In onda ogni lunedì dalle 22.15 alle 23.15 su Radio Onda Rossa, 87.9 FM.
http://www.ondarossa.info/
http://attica-blues.noblogs.org/

nella puntata di lunedì 4 maggio 2009:

 

TRACKLIST:

  1. Roots Manuva, Again & Again
  2. Buraka Som Sistema, Luanda-Lisboa
  3. Novalima, Machete
  4. Craze, Happy Thoughts
  5. Craze, Mogli
  6. Dj Shadow ft. Turf Talk & Keak da Sneak, 3 Freaks (Droop-E Remix)
  7. Actitud Maria Marta,  Adelante Latino
  8. Moyenei, Corazones
  9. Rootz Underground, Victims of a System
  10. Curfew, Busy Signal (Drum Lane Riddim)
  11. Concha Buika, New Afro Spanish Generation
  12. Nneka, Walking
  13. Milton Zapata, Viva Zapata

 

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17.04.09 In bolletta party! a sostegno di RadiOndaRossa

 

venerdì 17 aprile 2009, al Loa Acrobax, IN BOLLETTA PARTY! a sostegno di RADIO ONDAROSSA


Sala 1 – THE ROOM

Altroverso special dj-set – opening: Giulio – Selecta: Mischietta e Dj Misk – Techno live-set: Banned Rec

http://www.altroverso.net


sala 2 – THE YARD

le trasmissioni reggae di Radio Ondarossa: Daje pure te, More fire, Allo skader di un’ora e Radio Torre
ospitano, ai microfoni di Soul Roots Sound System, dal Salento: Papa Leu, Papa Ricky e Terequeia; e da Roma:
Baracca Sound, Natty Valerio, Presidenti Arpi, Wufer, Lu Ciosa e Janahdan, Adriano B e Rastablanco (Radici nel Cemento)


Loa Acrobax, via della Vasca Navale, 6 – Roma http://www.acrobax.org

Radio Ondarossa 87.9 fm http://www.ondarossa.info

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Attica Blues (ROR) – 23.03.2009

Attica Blues
Oltre la black music: l’arte, le lotte, la storia e l’eredità culturale della schiavitù e della diaspora nera nel mondo.
In onda ogni lunedì dalle 22.15 alle 23.15 su Radio Onda Rossa, 87.9 FM.
http://www.ondarossa.info/
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nella puntata di lunedì 23 marzo 2009:

  • ospite in studio Stefano Liberti, autore di A Sud di Lampedusa.
    Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti
    , Minimum Fax 2008

    Stefano Liberti è uno dei pochissimi giornalisti italiani che da anni seguono gli aspetti meno conosciuti dei movimenti migratori dall’Africa verso l’Europa: tutto ciò che accade a sud di Lampedusa.
    Senza fidarsi dei luoghi comuni o lasciarsi abbindolare dai proclami sull’integrazione che verrà, ha scelto di esplorare con i propri occhi la «geografia del transito» tra il Sahel e il Maghreb.
    Ha incontrato migranti che preferiscono chiamarsi avventurieri, politici africani sudditi dei diktat europei, indiani bloccati in mezzo al deserto e piccole città sorte dal nulla: tutta l’infinita umanità che vive attraversando o presidiando confini. Fino a trovare chi non si aspettava: se stesso.
    Un cittadino bianco di quella stessa Europa che, con le sue politiche, determina come si vive o si muore in Africa. Un reporter per cui il solo modo onesto di documentare è lasciarsi coinvolgere dalle storie in cui si imbatte.

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18-19.04.09 presentazione SISTREN @ detour

 

E’ in corso di pubblicazione la nuova edizione, riveduta e ampliata, di Sistren: un’antologia che raccoglie testi, inediti per l’Italia, di
femministe, lesbiche, queer e trans provenienti da migrazione forzata e schiavitù.

Sabato 18 e domenica 19 aprile 2009, al cineclub Detour a Roma, si svolgerà la presentazione, a cui parteciperanno alcune delle autrici e
degli autori.

Nel corso delle due giornate si alterneranno letture, performance, installazioni video, proiezioni di documentari, un workshop su "razza" e
identità nelle comunità lesbiche e femministe bianche, una mostra fotografica, distribuzione di materiali informativi e, per finire, dj-set e
concerto.

A breve riceverete il programma dettagliato.

Per info: sistren@grrlz.net

 

 

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31.12.08 Odioilcarcere: capodanno con RadiOndarossa

31 dicembre 2008 dalle ore 11.00 alle 14.00

Tutti e Tutte sotto Rebibbia con lenticchiata propiziatoria

saranno con noi Radio Onda Rossa, Kaos Crew, Malamurga, Border-Line Creation e tutt@ quell@ che odiano il carcere

Via Bartolo Longo angolo Via Majetti


 

La sera dalle 23.00 a mattino tutti e tutte al L.O.A. Acrobax

conto alla rovescia con la tribù Akuna Matata

a seguire:

Sala 1 "The Yard"

Cpt Music

dall’ 1.00 live con i Nidi D’Arac

e dopo il live Reggae Night con More Fire, Daje Pure Te, Downtown Rockers, Radio Torre ……and more

Sala 2 "The Room"

eletronica&tecnocon Altroverso, Pubblic Energy, In Noctibus Panis, Dubversity….and Friends

Sala 3 "the Tunnel"

Trash revival ’80/’90con Take it Easy

 

sottoscrizione 8 euri

www.ondarossa.info
www.acrobax.org

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Attica Blues (ROR) – 25.02.2007

Attica Blues
Oltre la black music: l’arte, le lotte, la storia e l’eredità culturale della schiavitù e della diaspora nera nel mondo.
In onda ogni lunedì dalle 22.15 alle 23.15 su Radio Onda Rossa, 87.9 FM.
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nella puntata di lunedì 25 febbraio 2007:

Intervista a Tanya Stephens

(Venezia, 17 febbraio 2007)
 
Parlaci del tuo nuovo album: Rebelution (VP 2006). Mi piace molto il testo del brano Do you still care, anche perché è la prima volta che un’artista giamaicana parla così esplicitamente dell’omofobia, paragonandola ad ogni altra forma di razzismo… Puoi spiegare al pubblico italiano perché hai scritto questa canzone?

«Sentivo il bisogno di scrivere una canzone sull’argomento, perché sono giamaicana, e… sfortunatamente, qualunque artista giamaicano si ritrova cucito addosso lo stigma che è stato creato dagli artisti giamaicani stessi. E visto che questi artisti, per affermare se stessi, finiscono per creare un’immagine negativa di ognuno di noi, ho sentito il bisogno di spiegare che loro non rappresentano tutta la Giamaica. Non sono d’accordo con nessun punto di vista che possa essere in qualche modo offensivo o dispregiativo nei confronti di qualsiasi gruppo di persone, e non ho bisogno di avere qualcosa in comune con un singolo gruppo, per poter imparare a rispettare coloro che ne fanno parte e tutte le loro differenze. Questo è il principio in base al quale io vivo la mia vita e suggerisco ad ognuna/o di vivere la propria. Perciò dovevo scrivere questa canzone, anche perché fa parte della mia vita e del mio lavoro: quello che dico fa parte del mio impegno per cambiare il sistema in cui viviamo. Ed è un lavoro duro quello di mostrare la strada con le nostre parole, ma ci sono tante cose che possiamo cambiare. Ci vogliono troppe energie per far cambiare a qualcuna/o le proprie scelte personali [le preferenze sessuali], ed è solo una perdita di tempo. Sono altre le cose per cui vale la pena di lottare, e io dovevo raccontare questa cosa, perché avevo davvero qualcosa da dire».

Che tipo di reazione ha avuto il pubblico quando hai cantato questa canzone in Giamaica?

«Ho avuto sempre reazioni positive. Ad un certo punto mi sembrava davvero di aver colpito i cuori della gente. Perché la verità è che nel mondo la gente si è fatta davvero un’idea sbagliata della Giamaica, che è terrificante: pensano che la Giamaica sia un paese omofobo, pensano che in Giamaica la gente sia tutta violenta e aggressiva, senza nessuna ragione, ma non è così. Sì, è vero, c’è la criminalità in Giamaica, ma c’è ovunque nel mondo. Sì, c’è la violenza in Giamaica, ma questo non vuol dire che non ci sia niente di positivo. Il popolo giamaicano è composto da gente di tutti i tipi: c’è una comunità gay molto numerosa, c’è gente di ogni razza, di ogni cultura, di ogni nazione, di ogni religione o credenza. Ci sono così tante persone diverse che vivono in Giamaica, e che vivono in pace, e la criminalità è relativamente poca. Io vivo in campagna e non ho mai assistito ad un crimine. So che esiste, e sento il dovere di essere consapevole di tutto ciò che mi succede intorno, perché parlandone posso cercare di essere d’aiuto, ma non ho mai assistito a un crimine e non sono mai stata vittima di un crimine. Io sento di dover parlare di quello che succede in Giamaica, ma Tanya Stephens non rappresenta tutti i giamaicani, così come quei ragazzi [i cantanti omofobi] non rappresentano tutti noi. La comunità gay è molto numerosa in Giamaica. Molti dei miei amici sono gay, ma io non me ne faccio un problema: non mi ero nemmeno accorta che lo fossero, fino a che la questione non è esplosa sui media. Non scelgo i miei amici in base alle loro preferenze sessuali – è casuale e non mi riguarda – e non considero le scelte sessuali come una questione di cui discutere: perché ci sono molte cose più importanti per cui lottare. Ma lasciami dire una cosa: la Giamaica non è come la rappresentano».
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